L’UE lancia un’indagine anti-sovvenzioni sulle auto elettriche cinesi: implicazioni per l’industria automobilistica europea
L’UE lancia un’indagine anti-sovvenzioni sulle auto elettriche cinesi: implicazioni per l’industria automobilistica europea

L’UE lancia un’indagine anti-sovvenzioni sulle auto elettriche cinesi: implicazioni per l’industria automobilistica europea

L’UE lancia un’indagine anti-sovvenzioni sulle auto elettriche cinesi: implicazioni per l’industria automobilistica europea

Introduzione:

Il 13 settembre 2023, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha annunciato l’avvio di un’indagine formale antisovvenzioni sulle importazioni cinesi di veicoli elettrici (VE) durante il suo discorso annuale sullo stato dell’Unione al Parlamento europeo. Nel suo discorso, von der Leyen ha sottolineato l’importanza fondamentale dei veicoli elettrici per realizzare un’economia verde, esprimendo preoccupazione per l’afflusso di veicoli elettrici cinesi a basso prezzo, che ha attribuito a ingenti sussidi statali. Ciò, ha affermato, distorce il mercato europeo e l’UE è determinata ad affrontare questa distorsione, sia che provenga internamente o esternamente.

Punti chiave dell’indagine antisovvenzioni:

  • L'indagine anti-sovvenzioni dell'UE prende di mira le aziende piuttosto che le nazioni. Se si raggiungesse una conclusione positiva, le sanzioni commerciali verrebbero imposte sui prodotti esportati dalle aziende indagate e non su prodotti simili provenienti da un intero paese.
  • I sussidi, in questo contesto, non si limitano all’assistenza finanziaria diretta o alle riduzioni fiscali. Le aziende cinesi devono fornire un’identificazione dettagliata e una categorizzazione dei sussidi ricevuti, costituendo la base della loro difesa durante l’indagine.
  • Il processo di indagine antisovvenzioni dell’UE è molto compresso, con le aziende cinesi che dovranno affrontare un controllo approfondito per i prossimi 12-13 mesi.

Risposta e preparazione della Cina:

Le case automobilistiche cinesi si sono impegnate attivamente in questa indagine anti-sovvenzioni, coinvolgendo fin dall’inizio gruppi di consulenza professionale. Inoltre, è fondamentale una stretta collaborazione con i partner locali nell’UE. Se i risultati dell'indagine sono sfavorevoli, le aziende possono chiedere un risarcimento giudiziario alla Corte Europea. Casi storici di “doppi rimedi” (antidumping e antisovvenzioni) suggeriscono che difendersi attivamente dalle accuse può portare ad aliquote tariffarie significativamente più basse rispetto ad atteggiamenti passivi o di non difesa, con differenze fino a otto volte.

Le aziende automobilistiche cinesi possono anche attingere alle esperienze di altri settori cinesi, come il tessile, l’industria leggera e il fotovoltaico, che in passato si sono occupati di indagini antisovvenzioni.

Risposte economiche e politiche dell’UE:

La Camera di Commercio UE-Cina ha espresso forti preoccupazioni e opposizione all'indagine, sottolineando che l'industria cinese dei veicoli elettrici, compresi i segmenti a monte e a valle, ha continuamente innovato e accumulato vantaggi industriali, fornendo ai consumatori veicoli elettrici di fascia alta ed economici che soddisfano diverse esigenze a livello globale. Essi sostengono che questi vantaggi non sono dovuti esclusivamente a sovvenzioni significative.

La reazione della Cina e l’impatto globale:

Il portavoce del Ministero del Commercio cinese ha espresso forte malcontento e grande preoccupazione per le misure investigative proposte dall’UE, etichettandole come palesi azioni protezionistiche con il pretesto di “concorrenza leale”. Sostengono che tali azioni interromperebbero e distorcerebbero gravemente la catena di fornitura automobilistica globale, anche all’interno dell’UE, e avrebbero un impatto negativo sulle relazioni economiche e commerciali tra Cina e UE.

Implicazioni a breve e lungo termine:

Nel breve termine, è improbabile che l’indagine antisovvenzioni dell’UE abbia un impatto significativo sulle vendite delle case automobilistiche cinesi in Europa. Nei prossimi tre anni, tuttavia, questa politica potrebbe avere un effetto più sostanziale sui loro sforzi per espandere la quota di mercato in Europa.

I veicoli elettrici cinesi attualmente venduti nel mercato europeo sono principalmente marchi di proprietà europea o marchi con forti legami europei, come SAIC MG, e-GT New Energy Automotive, LYNK&CO e Smart. La maggior parte di questi marchi producono veicoli in Europa o hanno una presenza europea significativa, il che fornisce loro ampie risorse e meccanismi di difesa contro le indagini. SAIC MG, ad esempio, ha una presenza considerevole nel mercato europeo, con cifre di vendita promettenti.

Inoltre, le aziende cinesi stanno presentando in Europa modelli prodotti in serie, che sono tecnologicamente alla pari con quelli che le case automobilistiche europee intendono lanciare sul mercato nel 2025-2026. Ciò significa che, nei prossimi due o tre anni, le case automobilistiche europee potrebbero trovarsi con pochi mezzi per contrastare i concorrenti cinesi. L’indagine, in questo contesto, diventa uno dei pochi strumenti a disposizione dell’UE per affrontare questa sfida competitiva.

Anche se le case automobilistiche cinesi potrebbero eventualmente stabilire impianti di produzione locali in Europa per soddisfare la domanda, è improbabile che completino tale costruzione di capacità entro i prossimi tre anni. Pertanto, i loro sforzi di espansione nel mercato europeo faranno affidamento sulle importazioni dalla Cina. Anche se la produzione locale diventasse un’opzione, potrebbe non essere conveniente se si considerano le spese correnti, i trasporti e le tariffe.

In conclusione, l’indagine antisovvenzioni dell’UE, pur avendo un impatto minimo a breve termine, diventa uno strumento fondamentale per l’Europa per affrontare l’imminente concorrenza delle case automobilistiche cinesi nella finestra critica dei prossimi due o tre anni. Durante questo periodo, le case automobilistiche cinesi hanno l’opportunità di guadagnare quote di mercato, rimodellando potenzialmente l’industria automobilistica europea, soprattutto perché le case automobilistiche europee sono destinate a lanciare veicoli elettrici simili sul mercato solo tra diversi anni.

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